Come afferma Jorge Ferrer, vice-presidente dell’Engineering di Liferay, l’evoluzione tecnologica che ha coinvolto le aziende negli ultimi 10 anni, periodo appunto definito della digital transformation, ha visto l’adozione di soluzioni e software open source crescere a dismisura.

Secondo Forrester, nel 2007 solo il 17% delle aziende utilizzava software open.
Nove anni dopo, un altro rapporto riportava che il 41% dei responsabili IT affermava che tra le loro priorità più importanti era aumentare l’uso dell’open source nello sviluppo software. Nel 2017, secondo i dati di Gartner e sempre di Forrester, già tra l’80 e il 90% degli sviluppatori di software commerciali utilizzava componenti open source. Gartner ha anche affermato che nel 2018 non meno del 70% delle nuove applicazioni si baserebbero su database open source, una cifra che nel 2019 quasi sicuramente abbiamo superato.

Esistono molte previsioni, ma tutte puntano nella stessa direzione: l’open source ha avuto un enorme sviluppo e implementazione, passando dall’alternativa alla scelta prioritaria per un gran numero di organizzazioni di tutti i settori.

Le ragioni principali di questo successo? Alcune caratteristiche fondamentali del software open-source:

  • l’alto livello di maturità
  • la maggiore qualità del codice
  • l’”indipendenza” del fornitore
  • la facilità che offre durante lo sviluppo di prototipi
  • il costo di acquisizione totale inferiore alle soluzioni proprietarie
  • l’alto livello di innovazione grazie al lavoro di comunità collaborative

In sintesi l’adozione di software e componenti opensource permette alle aziende di adottare modelli di sviluppo più flessibili e più efficienti, mantenendo così l’innovazione digitale costante e la capacità di reazione alle nuove sfide sempre al massimo livello, come oramai richiede un mercato sempre più digitalizzato.

Fonte: computing.es

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